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lunedì 11 giugno 2012

Funeral Mourning - Drown in Solitude

 #PER CHI AMA: Black Funeral Doom
Non c’è nessuno qui intorno. Fuori dalle finestre una leggera pioggia ticchetta insistente contro il vetro. È da poco passata la mezzanotte e la luna non si è ancora presentata. Quando “Winds of Unknown Existence” inizia, ho l’impressione che strane figure nel buio si facciano avanti per ascoltare la canzone insieme a me. Non sono più solo. “Drown in Solitude” è una Via Crucis ristretta in cinque tappe dall’andamento lento e misterioso, una marcia funebre verso l’esilio eterno (“Sounds of a Dreary Sea” è la “The Light at the End of the World” di questa band). Tematicamente, l’album affronta il sentimento di morte nei suoi più svariati aspetti: sociale, spirituale, animale, trascendentale; meno violento ma più macabro de “La Grande Danse Macabre” dei Marduk (sebbene il genere diverga, i temi sono affini). La genesi Funeral Mourning affronta, mostrando incontestabili capacità artistiche, un suono che si situa a metà tra un depressive black metal di taglio armonico e un funeral doom basato più su melodie di singole note che feroci serie di pesanti accordi. Anche la voce staziona a metà tra growl e screaming. La traccia più rappresentativa dell’album è senza dubbio la title track; in sé germogliano i frutti di ogni variante presente nel resto del disco: sofferenti introduzioni (quasi) monocorde, deboli elementi ambient, evoluzioni in distorsione, melodie di base riprese e variate. Come sempre, in questi casi parla il cuore. “Drown in Solitude” sviscera dall’interno il cervello dell’ascoltatore, lo avvolge in un manto di lino e lo accompagna verso l’ultima, fredda tappa. Ci si affeziona a queste musiche. Le si fa proprie. Oltretutto, all’interno del booklet, è presente una concisa riflessione sul perché è stato deciso di intraprendere la strada di un album dedicato alla morte. Consiglio vivamente di prenderne atto prima di procedere all’ascolto. Come aveva suggerito Fernando Ribeiro nei suoi Moonspell: “Silenzio e Rispetto”. (Damiano Benato)

(Goatowarex)
Voto: 90
 

domenica 3 ottobre 2010

Dekadent Aesthetix - Dekadent Aesthetix


Altro duo questa volte proveniente dalla Romania a turbare i nostri sonni tranquilli. Emi (responsabile di tutti gli strumenti) e Cosmin (vocals), costituiscono questi strani Dekadent Aesthetix che sfoderano come prima prova un concentrato davvero interessante di black metal che incorpora al suo interno sonorità provenienti dai più disparati ambiti musicali. Sebbene si tratti di una produzione minimalista decisamente low cost, devo sottolineare che la masterizzazione è stata fatta ai Unisound Studios, da sua maestà Dan Swano (Nightingale, Bloodbath, Edge of Sanity, Katatonia). Il contenuto? Dicevamo che affonda le sue radici nel black metal primordiale, ma da li poi una girandola di umori ed influenze emergono più forti che mai. Superata l’enigmatica intro, ecco subito emergere la forte personalità del duo rumeno: chaos black, soffuse atmosfere shoegaze/post rock, voci industrial, in un turbinio disorientante di musica dal forte impatto emotivo. Che diavolo succede, dove mi trovo sono le uniche parole che riesco a proferire al termine di “Plethora”. Con “Suicide Hobby”, la musica non cambia e anzi, i nostri ci mostrano che anche senza budget faraonici è possibile produrre musica con le palle, dotata di rabbia dalle venature poetiche. Quarta traccia dedicata alla cover electro pop “17” dei Ladytron; con la successiva “Track 0”, si parte in sordina con un arpeggio acustico, risa di una donna e parole sussurrate in rumeno in una sorta di danza amorosa tra due innamorati. “Rock’n’Roll Machine” mostra un altro lato della band rumena: una sorta di song dal vago sapore stoner-psichedelico, con vocals alcoliche e screaming blacksters, un trip in un mondo malato ma è solo l’abuso di acidi a turbarci le nostre menti inizialmente sane. Ancora una volta non capisco cosa stia succedendo al mio cervello, troppi sono gli impulsi che alterano la mia rete neuronale, sollecitati dalle sonorità completamente schizofreniche di questo duo di pazzi scatenati. Perversi, imprevedibili e folli, signori e signore vi presento i Dekadent Aesthetix… (Francesco Scarci)

(GoatowaRex)
voto: 75