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giovedì 30 marzo 2017

Apostasy - Devilution

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Black, Dimmu Borgir, Emperor
C’è poco da fare, da sempre i gruppi capaci di suonare black sinfonico, con una certa classe, si contano oramai sulle dita di una mano e di certo gli Apostasy non fanno parte di questa elite. Devo ammettere però, che la band svedese s’impegna non poco per conquistare l’attenzione del pubblico che, come me, acclama a gran voce il ritorno di un genere reso sicuramente celebre da 'Enthrone Darkness Triumphant' dei Dimmu Borgir, ma che in precedenza, aveva visto come maggiori esponenti gli Emperor. Che dire degli Apostasy? È una band che nonostante il discreto esordio del 2003, 'Cell 666', col secondo lavoro datato 2005 si mostra ancora acerba e con idee un po’ troppo scontate e stra-abusate. A parte qualche raro momento, in cui i nostri riescono a catalizzare maggiormente l’attenzione, e dove emergono anche vampiresche influenze alla Cradle of Filth, 'Devilution' si assesta su livelli di sufficienza risicata. Positiva la prova del cantante, mai piatto nella sua performance, in grado di spaziare dal growl allo scream per concludere con una voce più filtrata in stile The Kovenant/Arcturus negli ultimi pezzi dell’album, che mostrano una vena sonora leggermente più avantgarde, che strizza l’occhiolino alle già citate band norvegesi. Banali alcuni passaggi di tastiera, salvabile la ritmica, mai troppo ammiccante nei confronti dell’ascoltatore, qualche discreto assolo fanno di 'Devilution' un album che sta nel mazzo. In complesso, si tratta di un cd che vive di alti e bassi che, alla fine, non è del tutto da buttare. (Francesco Scarci)

(Black Mark Production - 2005)
Voto: 60

https://www.facebook.com/apostasysweden