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giovedì 25 aprile 2013

Lilium Sova – Epic Morning

#PER CHI AMA: Mathcore, Noise, Zu
Prendere appunti: mai accettare inviti a cena da parte dei Lilium Sova. Non so se a Ginevra si mangi particolarmente male, ma vorrei evitarmi il concreto di passare una notte come quella raccontata nell’ultimo album del trio elvetico, che passa in rassegna, attraverso otto tracce incendiarie – una per ogni ora - , una nottata a dir poco turbolenta, fino all’apoteosi di una “mattina epica”. Strana storia, quello di questo disco, uscito quando la formazione che lo ha registrato già non esisteva più: infatti Michael Borcard, (tastiere e sax) abbandona il gruppo subito dopo la fine delle registrazioni, lasciando Cyril Chal (basso) e Timothée Cervi (batteria) orfani di un elemento fortemente caratterizzante il suono della band. Suono che si fonda su una sezione ritmica granitica, di impostazione noise scuola Touch & Go, a cui l’organo, spesso distorto, e il sax di Borcard, donano un colore decisamente peculiare, che in qualche modo può ricordare quello dei nostrani e ormai affermatissimi Zu. Partiamo dalla fine, da “Epic Morning” e i suoi 22 minuti che da soli valgono il prezzo del biglietto: poliritmi rotolanti su cui si dipana un piano elettrico come un sinistro carillon, per lasciare poi il posto a un synth alieno e a un sax inafferrabile nella sua furia free, che aprono la via a un crescendo imperioso e schizofrenico, dove convergono tutti gli elementi caratteristici del suono dei tre: math rock assassino, parentesi rumoriste alla Peter Brotzmann, colate laviche di hammond grasso e impennate free jazz, il tutto tenuto assieme da un collante post-metal che non consente mai di perdere il filo del discorso. Dopo tanto frastuono, la coda di chitarra acustica sembra il suono di un uomo che contempla le macerie di un palazzo appena crollato. Il resto del programma è comunque all’altezza, forte di un impatto ritmico davvero notevole (“Locked-in Syndrom”), delle ricercatezze del sax che in “Parasomnia” si fa orientaleggiante e delle guest appearance di chitarre roventi (“Call of Sova”) e disperate vocals di stampo hardcore (la devastante “Dawn of sweet villain”, unico brano cantato). E da qui dovranno ripartire, i Lilium Sova, da una formazione rinnovata (ora un quartetto con chitarra e cello) e dalla sfida di proseguire sul livello, davvero molto alto, di questo eccellente lavoro. (Mauro Catena)

(Cal of Ror Records)
Voto: 80

http://liliumsova.bandcamp.com/