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mercoledì 8 marzo 2017

The Red Barons – Together

#PER CHI AMA: Rock/Blues/Post Grunge
Uscita un po' acerba quella di 'Together' dei transalpina The Red Barons che, nonostante la bella e facoltosa voce di Oriane si perde nei meandri del già sentito, non proprio originale ma sempre vivo classic rock, fatto con passione e impegno. Capiamoci, a creare il misfatto non è l'incapacità dei musicisti ma una produzione sommaria, che non appaga la verve dei musicisti, attempata e senza mordente, che rincorre atmosfere air metal anni ottanta, quando la band avrebbe bisogno di entrare in un ambiente molto caldo, retrò e vibrante stile Blues Pills (guardatevi la performance live su TV7 FR, sulla loro pagina facebook), come nella bella e intrigante "Brunch", dallo stile esotico e introverso dove Oriane si mette veramente in mostra, sfiorando le vette di una Skin in perfetta forma. Dietro ad ogni album c'è sempre un lavoro enorme, anche se capita a volte, soprattutto nelle produzioni di questo tipo, che per svariati motivi vengano offuscate le buone idee e le capacità, non si centrino le giuste sonorità, snaturando poi musiche che hanno bisogno di un suono reale e naturale, con un tocco vintage, dinamico e moderno. Il contesto sonoro creato dal quartetto francese ha delle potenzialità, giostrato in una costante atmosfera post grunge con influenze rock blues, e caratterizzato da una voce sublime che potrebbe essere paragonata, in taluni momenti, anche alla mitica voce dei primi irraggiungibili Pentangle dell'omonimo album del 1968, cosi ipnotica, intensa e calda. Quello che stona in questo lavoro uscito sotto la guida della Dooweet Agency è, come già detto, la gelida interpretazione del suono della band, che non entra mai in sintonia con la voce, nemmeno nello stacco in levare sulle ali di una Patty Smith d'annata. La preparazione è buona, i generi da cui attingono i nostri sono parecchi, molte le idee anche se da focalizzare, il groove, di estrema importanza in una band con queste caratteristiche, c'è ma non è esposto con il dovuto maniacale senso dell'esibizionismo. L'esperimento in campo metal della conclusiva "The Life" mette poi in risalto i limiti di una band che deve ancora crearsi una vera identità. Guidati da una voce così carismatica, nei momenti più ipnotici, si vede nitida all'orizzonte la potenzialità di riuscita e il bersaglio sembra a portata di mano con una semplice e leggera opera di affinamento del suono. Grandi le potenzialità dunque, ma penalizzate da una produzione non eccezionale. Comunque vada, vi suggerisco di ascoltare quest'album, alcune song non suonano affatto male. (Bob Stoner)

(Self - 2016)
Voto: 65

https://www.facebook.com/trbarons