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martedì 11 giugno 2013

Milk+ - Man on Wire

#PER CHI AMA: Progressive, Space Rock, Mars Volta, Muse
Un gruppo amante delle citazioni, gli austriaci Milk+, a partire dal nome, ripreso dalla bevanda preferita di Alex De Large, protagonista di “Arancia Meccanica”, fino ad arrivare al titolo di questo loro terzo album, esplicito omaggio alla figura del funambolo Philippe Petit, che nel 1974 camminò in equilibrio su un cavo metallico teso tra le Torri Gemelle del World Trade Center, impresa alla quale è stato dedicato un bellissimo documentario dal titolo, appunto, “Man on Wire”. E così come Petit, i tre viennesi cercano di avanzare con passo cauto ma sicuro, in perenne e labile equilibrio tra la classica forma canzone, con strofa, chorus e durata contenuta, e la voglia di sperimentare e andare un po’ oltre ai canoni. Lavoro estremamente curato, “Band on Wire”, dall’artwork ai suoni scintillanti, curati da Isaiah Ikey Owens, tastierista dei Mars Volta, qui in veste di produttore e strumentista in una manciata di brani. E le affinità coi Mars Volta non si esauriscono qui: speso e volentieri, infatti, i Milk+ paiono una versione in qualche modo “normalizzata” della band statunitense; meno schizofrenica e logorroica, in un certo senso meno dispersiva ed estenuante, ma anche, va detto, meno eccitante. Se i Mars Volta innestano il prog su una base post-hardcore e condiscono con spezie latine senza pressochè freni inibitori, i Milk+ risultano un po’ più controllati e meno eccessivi nel loro mix di progressive+alternative+jazz, e stanno sempre bene attenti a mantenere il minutaggio al di sotto della soglia di guardia. Perizia strumentale sugli scudi, quindi, per un rock compresso e ipervitaminico, ricco di sfumature, cambi di tempo e aperture melodiche che lambiscono spesso e volentieri l’epicità di band quali i Muse, ma con un senso della misura decisamente più sviluppato di Bellamy e compagni. I brani sono tutti degni di nota, ma mi piace menzionare almeno “Venus Breakdown” con il suo incedere jazzato e coinvolgente, “The Cigarette's Arsonphobia” (quello dei titoli complicati è un altro vizietto mutuato dai Mars Volta, si vedano anche “Elaptophon” o “Kollaptra”), impreziosita dall’hammond di Owens, e la delicata “Melaforint”, dove spicca la magnifica voce dell’ospite femminile Clara Luzia. In definitiva, “Band on Wire” è un disco riuscito e molto interessante. Dove ancora manca qualcosa per spiccare il definitivo salto di qualità è forse nella scrittura di pezzi che siano davvero indimenticabili e non solo “molto carini”. (Mauro Catena)

(Monkey, 2013)
Voto:75

http://milkplusmusic.bandcamp.com/