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giovedì 27 ottobre 2011

Ea - Au Ellai

#PER CHI AMA: Funeral Doom
Ultimamente ho avuto il piacere di ascoltare questo gruppo che non conoscevo assolutamente. La band si chiama Ea, arriva dalla fredda Russia, questo “Au Ellai” rappresenta il loro terzo album, il primo risale al 2006 “Ea Taesse” (del 2009 invece “Ea II”). La particolarità che mi ha colpito in primis è il nome (Ea infatti è una divinità che deriva dalla mitologia Accadico-Babilonese e che ritroviamo anche in quella sumera con il nome di Enki); in secondo luogo, la lingua con cui cantano e scrivono i testi. Difatti la lingua che sentirete nell’ascolto (almeno per quanto riportato nel web) si è potuta ricreare tramite ricerche archeologiche. Già solo ciò sembra promettente e stuzzicante, per chi come me è appassionato di mitologia e civiltà antiche. Il cd è formato da 3 lunghissime tracce, aperte da “Aullu Eina” che dura la bellezza di 23 minuti. Come apripista è ottima e ci fa capire subito come suonerà l’album: funereo e cupo, con la chitarra impostata su un tono rilassante, sempre ben ritmata, accompagnata da un drumming lento e sinuoso. Il pezzo suona quasi come una epica, dannata e nera marcia funebre, assai complesso nel suo evolversi: ottimi arpeggi, delicati tocchi di pianoforte e parti classiche affidate a malinconici violini che si intersecano in lugubri atmosfere. Il pezzo ha una virata verso la parte finale dove la batteria si fa più violenta, ma passato questo attimo di risveglio, ci si può rimettere a sognare le oscure e cupe atmosfere che l’act sa creare. L’ascolto del cd è impegnativo per la durata dei pezzi, ma posso dire che è assai piacevole ascoltarlo proprio perché non stordisce ma anzi, quasi lo consiglierei per meditazione. Le altre track non si discostano molto dalla prima, presentando costantemente il tema tipico funeral. Ecco, ne consiglio l’acquisto e l’ascolto ai soli amanti del genere. Questi ragazzi russi hanno trovato le loro atmosfere, il loro mondo, e sono sicuramente da tenere d’occhio. Il cd si conclude con la track “Nia Saeli a Taitalae”. Già dal suo inizio si stagliano sullo sfondo tastieristico cori gregoriani, che ci fanno entrare in una dimensione mistica, sognante, rilassante, ma allo stesso tempo dannata, cupa, oscura. Il pezzo dura altri 18 minuti, e non abbandona mai le ambientazioni iniziali anzi le cavalca fino alla fine, fino ad accompagnarci al termine di questo funebre viaggio nel mondo dei Ea. A nostro parere, per la particolarità della proposta, diamo un voto alto e un plauso a questi ragazzi; vi terremo sicuramente d’occhio! (PanDaemonAeon)

(Solitude Productions)
Voto:75