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domenica 3 ottobre 2010

Dead Letter Opener - Lumen


 

Il lussuoso digipack e l'inquietante immagine della cover cd mi ha fatto pensare immediatamente a suoni death/doom, ma l'attacco devastante dell'iniziale "Light of Day" ha smentito subitamente le mie teorie. Gli australiani Dead Letter Opener sono una band davvero tosta e preparata (e l'aver condiviso i palchi con Cradle of Filth, The Dillinger Escape Plan o Alchemist, tanto per citare qualche nome, non fa altro che dimostrarlo) che dopo un avvio un po' in sordina, riescono a sorprenderci per la freschezza del loro sound, un mix mortale di brutal death e prog, che ha finito per farmi definire, con un pizzico di ignoranza e superficialità, il genere proposto come techno death. In realtà è difficile fare un paragone con qualche band ben precisa, perché pur presentando ancora un sound leggermente acerbo, sono certo che questo quartetto di Brisbane farà molto parlare di sé in futuro e lo si capisce già dalla seconda "Till Death Arrives" dove futuristiche melodie si miscelano con un thrash-grooveggiante in un'escalation di emozioni che porta ad un apice orgasmico alla fine dei suoi cinque minuti. Sono sicuro che sia l'aria dell'Australia a creare realtà cosi strane e differenti dal resto della massa (basti pensare anche agli alieni Alchemist o ai psichedelici Long Voyage Back), perché ancora una volta rimango stupefatto dall'imprevedibilità della terza traccia, "Small Furry Animals", che parte in modo abbastanza anonimo nei suoi primi dieci secondi, ma poi intraprende strane melodie (quasi mediorientali), portando all'estremo il suo sound progressivo. "Brutal Vengeance" inizia come una traccia degli Atheist, per poi aggredire con la propria brutalità il sempre più ignaro ascoltatore che non sa più cosa aspettarsi dalle note di questo pericoloso "Lumen". Che cosa stiamo ascoltando, brutal, progressive, thrash, cyber death o musica da fine del mondo? Non mi è chiaro e "Anger Management" complica ancor di più il mio pensiero su questo cd, rendendomi ancor più entusiasta di questo nuovo combo proveniente dalla lontanissima terra dei canguri: clean vocals (molto progressive) cantano su una ritmica molto melodica con le tastiere a pennellare magnifici dipinti autunnali che mi riportano alla mente come stile i nostrani Novembre. Anche l'intermezzo "Reflect", momento di pausa prima della tempesta finale, ha quel feeling tipico della band dei fratelli Orlando. Ragazzi, tra le mani ho qualcosa che scotta e che dovrete fare in modo di recuperare (non scaricare!) ad ogni costo, per la bellezza del digipack e per l'emozionante "Refract", song strumentale in pieno Katatonia style e "Jetstream" la song più sperimentale del lotto, che tra echi cibernetici, vocals filtrate, ritmiche cadenzate, samples elettronici, riesce ad entrare nelle mie vene, nel cervello e nell'anima, facendomi decretare la band di Brisbane tra le migliori new comer degli ultimi mesi... (Francesco Scarci)

(Obsidian Records)
voto: 80